giovedì 2 settembre 2010

"Nel mare ci sono i coccodrilli" di Fabio Geda (2010)

Si tratta della storia vera di un minore, Enaiatollah Akbari, emigrato dall'Afghanistan fino all'Italia, affrontando da solo un viaggio pieno di pericoli e difficoltà.
Il bambino è costretto ad imparare, a solo 10 anni di età, come salvaguardarsi da un mondo adulto fin troppo violento e cinico nei confronti degli indifesi e, in particolare, dei bambini.
Il racconto è narrato con una sana quota di autoironia, che rende il protagonista pieno di dignità e simpatia. Il coraggio che scaturisce dall'esigenza di sopravvivere, è di insegnamento per noi occidentali, che neanche immaginiamo quale trattamento è riservato ai minori nei paesi mediorientali.
Suggerisco il libro a tutti i genitori iperapprensivi, ma anche a coloro i quali vogliono allargare la visione del mondo a prospettive diverse dalla nostra.
Nel libro ho trovato conferma della fiducia che possiamo nutrire nei confronti dei minori, che hanno forze inimmaginabili nel riuscire a far fronte ai maltrattamenti o alle esperienze negative.
Questo tema è per me molto caro, tanto da ispirare l'intera mia professione di psicologo e psicoterapeuta.
Quando intervengo in percorsi di supporto alla genitorialità, indirizzato soprattutto ai genitori adottivi oltre che ai genitori biologici, esprimo la convinzione che non è utile considerare i bambini solo come portatori di problemi o fragilità.
Molto più utile è scoprire nei bambini quella capacità, presente in tutti gli esseri viventi, di sopravvivere al meglio e di autorealizzarsi, nonostante le possibili avversità della vita.
In coerenza con lo psicologo  statunitense Carl Rogers, i  genitori hanno la responsabilità di considerare i figli come persone dotate della tendenza attualizzante, ovvero delle capacità di realizzare al meglio le proprie inclinazioni naturali. Se da una parte i genitori sono chiamati ad accogliere il disagio dei figli, dall'altra è necessario che nutrano altrettanta convinzione che i problemi possono essere superati.
In ogni caso, l'amore di un genitore è incondizionato, ovvero rimane inalterato a fronte delle possibili difficoltà evolutive del figlio: "Ti amo per come sei e non per quello che fai".
Se il bambino è amato con con calore, rispetto e fiducia, i sentimenti genitoriali saranno gli ingredienti ottimali per consentire al figlio di esprimere il meglio di sé nel corso dello sviluppo.
La fiducia nei confronti dei figli è presente solo se il genitore è convinto che i figli siano fondamentalmente buoni e capaci di crescere in modo sano: pertanto, se tale convinzione dovesse vacillare, la storia di Enaiatollah Akbari sarà l'occasione per ricredersi.

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