lunedì 6 ottobre 2014

"Molte vite Molti Maestri" (1997) di Brian Weiss

Brian Weiss è un medico psichiatra e psicanalista, che racconta la propria esperienza clinica nell'ambito dell'ipnosi. In particolare l'autore teorizza la necessità di scavare le verità esistenziali sin dalle loro origini, collocate in vite precedenti a quella attuale. 
L'autore insiste sul valore scientifico della propria teoria, ma secondo il mio punto di vista il vero valore del libro non è da scorgere secondo tale prospettiva, una visione che offrirebbe il fianco a qualche arida critica di natura scientista. Qui la ricchezza dei contenuti va oltre l'arida razionalità. Non saprei pronunciarmi sulla teoria, ma per la verità la sua lettura mi ha fatto riflettere molto. Riposto il libro sullo scaffale della mia libreria personale, rimango dell'idea di potermi avvalere del diritto di un sano beneficio del dubbio sull'esistenza di vite plurime a disposizione della nostra esistenza. 
Il beneficio del dubbio: a ben riflettere quel "non saprei" mi ha portato molto lontano. Brian Weiss mi ha veramente aiutato a maturare una nuova prospettiva di quanto ci circonda e dei fatti che accadono nella nostra quotidianità, delle persone che incontriamo, con alcune delle quali capita persino di stringere legami stretti. L'autore sostiene che le nostre frequentazioni non capitano a caso: le nostre relazioni amicali, sociali e familiari sono selezionate in virtù di esperienze pregresse, ormai dimenticate, che però a qualche livello di coscienza remota finiscono per guidarci, al fne di portare a termine il nostro progetto di vita. La morte è solo una delle tante tappe.
Sarà vero? Sarà falso? Non saprei. Ma, alla fin fine, è così importante verificarlo? Qui la fede, non necessariamente religiosa, si insinua nel pensiero e ci erige in nuove dimensioni spirituali. L'assoluto che traspare dalle righe del libro di Brian Weiss assume una tale relatività, che tutto è possibile e, allo stesso tempo, niente è scontato. Ora ci sentiamo vulnerabili sì, ma in armonia con la giostra della vita e con la storia intergenerazionale intera: c'è un inizio e una fine, ma l'iperbole dell'esistenza va oltre i confini da noi percepiti. L'universo intero appare alla portata di noi esseri umani. Le dimensioni dello spazio e del tempo appaiono più elastiche, meno rigide, più possibiliste. Un pensiero rotondo, nel quale la fredda cognizione della così detta intelligenza razionale, scende a patti con il profondo calore dell'emotività. L'astratto si rende tangibile e ci sentiamo più leggeri. Gli affetti, anche quelli più istintuali e spontanei, assumono una nuova dignità, con una rinnovata collocazione nella vita che tutti i giorni corre nelle nostre vene. Il pensiero si fa aperto, ricco, gioioso e sereno. Lettura consigliata a tutti.
P.S. Questa recensione è dedicata alla mia amica e collega Antonella Basile, solo noi due sappiamo il perché

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