martedì 25 agosto 2015

"Ti prego lasciati odiare" di Anna Premoli, Newton Compton Editori (premio bancarella 2013)

I romanzi rosa non rientrano nelle mie preferenze letterarie, ma una volta iniziato il libro, ho sentito il dovere morale di portarlo alla fine. Qualcuno critica tale atteggiamento morale nei confronti dei libri, teorizzando che la lettura deve essere un gesto democratico, invitandomi quindi a superare il tabù della legge morale "o tutto o non vale". Personalmente non ho ancora una risposta definitiva al dilemma, ma in questo caso le mie personali censure nei confronti di un'opera letteraria mi hanno dato ragione: se all'inizio il romanzo mi sembrava lento e un po' troppo sdolcinato, il finale mi ha ampiamente ripagato dello sforzo iniziale.
Due gli insegnamenti che mi sembra di poter trarre da "Ti prego lasciati odiare" di Anna Premoli.
Il primo: per quanto ci sforziamo di sentirci indipendenti dalla famiglia di origine e dall'estrazione sociale in cui siamo cresciuti, tali componenti in realtà sono inalienabili dalla nostra personalità. L'educazione e le relazioni interpersonali che respiriamo sin dalla tenera età in casa e a scuola, non solo forgiano la nostra storia, ma influiscono anche sulle scelte che inevitabilmente influenzano anche il nostro futuro.
Il secondo insegnamento: per superare il condizionamento dei nostri genitori, dobbiamo trovare il coraggio di  onorare le nostre emozioni. trattare i sentimenti come oro o, meglio ancora, come linfa vitale che nutre la nostra anima oltre che il nostro corpo. 
Da un punto di vista psicologico, troppo spesso agiamo spinti da scelte razionali, convincendoci di poter ignorare i sentimenti. Troppo spesso pensiamo di poter scegliere con intelligenza se amare o meno una persona o se appassionarsi o meno a una certa attività. Senza accorgerci, tutte le volte che ci difendiamo dalle emozioni con una razionalità troppo rigida, diventiamo miopi alle spinte vitali che nutrono la nostra esistenza, rinunciamo a vivere, trasformandoci in piccoli robot senza cuore.
Lasciasi andare, invece, significa lasciare che il vento delle emozioni gonfi le nostre vele e fermarsi ad ammirare dove le nostre inclinazioni naturali possono portarci. 

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